(( SMASH THE CUBE ))

 IL MANIFESTO DELLA BRUSKETTA

…chi erano mai quelle genie delle fuckin’ barbies 

 

 

fuckin immagine logo

 

L’antibrusketta è una teoria altamente rivoluzionaria che può
scardinare il nucleo centrale della nostra società : la coppia monogama e
chiusa in se stessa , soprattutto eterosessuale.
Come diagnosticare una brusketta?
Ecco i punti fondamentali :


1.
improvviso calo di interesse nei confronti delle varie attività
sociali prima svolte con gli amici e le amiche

# annullamento di se stessi nell’altra/o

# totale assuefazione alla routine quotidiana che la brusketta ci impone (
il tunnel) e conseguente illusione di autosufficienza nella coppia

# totale disinteresse per le proprie attività,oblio delle proprie
inclinazioni ed aspirazioni con conseguente abbrutimento psicofisico

# spudorata faccia di legno nel ripresentarsi a storia drammaticamente
finita al cospetto degli amici che avevi prima dimenticato.

La brusketta è quindi responsabile della mancata attuazione di qualsiasi
teoria antagonista o rivoluzionaria finora concepita. E’ altresì
responsabile della persistenza dell’attuale sistema sessista e
capitalistico-sfruttatore

Fuckin’ Barbies

 
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OpenMind

OpenMind
Seminari e Incontri su Software Libero e Informatica Consapevole.

| elenco Talk2008 | elenco Labs 2008 |

Open Mind è una Manifestazione
orientata a promuovere l’utilizzo consapevole delle tecnologie
informatiche attraverso il Software Libero. Le parole chiavi alla base
di nuove azioni di sviluppo ed emancipazione sono

• condividere
• collaborare
• migliorare

Prima Internet e poi Linux sono stati i due casi più
eclatanti di questo nuovo modo di pensare, ora queste idee pervadono
ogni campo dello scibile umano. Programmatori, poeti, musicisti,
scrittori, registi, tutti hanno trovato nella condivisione lo strumento
adatto alla diffusione delle proprie opere, donandole all’umanità,
affinché possano essere utilizzate, modificate, ridistribuite.
OpenMind con le edizioni precedenti è riuscito a diventare un luogo
comune a tutte le persone che credono in queste idee e vogliono
condividere le proprie esperienze ed il proprio percorso con gli altri,
diventando tra l’altro una manifestazione d’interesse nazionale sui
temi legati all’open source e alle libertà digitali.
Nell’ambito dei seminari e percorsi formativi della prossima edizione,
realizzati in collaborazione con diverse associazioni operanti a
livello nazionale, saranno presentati comunità e progetti a codice
libero che interagiscono nei seguenti ambiti:

• Realizzazione Portali CMS
• Soluzioni Open enterprise CRM ERP
• Distro Linux
• Grafica 3D
• Trashware

Utilizzando la formula dell’Installation party e workshop.
A fianco dei workshop e dei percorsi formativi, le aziende ed i
professionisti del settore potranno trovare spazio per esporre i propri
prodotti e le soluzioni in ambiente open source.
Nel corso della 3 edizione sarà presentato il Premio Apertamente,
organizzato in collaborazione con l’associazione Hackserta 81100,
rivolto a giovani sviluppatori che rilasciano software con licenza GNU
GPL.

 

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fermata obbligata

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linguaggio

 "E’ una
gran fortuna che tu sia una cercatrice di pathos e non
una spacciatrice di nevrosi.C’è un sacco di spacciatori
di nevrosi in questa città".

"La donna è la protagonista del futuro, un protagonismo senza la nostalgia di un mondo pre-patriarcale tipica della fantascienza classica".

 

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23 e 24 febbraio 2008

Consigliamo la lettura di questo mini howto,
presentato all’ETC 2006, per prepararsi al tavolo
e soprattutto al workshop pratico che esplicherà l’utilizzo delle tecnologie informatiche
(e soprattutto di uno strumento come il Blog),
che si terrà il 23 febbraio a Roma nell’ambito della due giorni FLAT,

[Non vi spaventate! Questo documento ha un linguaggio e probabilmente un livello avanzato per molte…
ma proveremo insieme a discuterne e a comprenderne gli elementi essenziali]

Buon smanettamento!!!

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..dubbio..

"Cosa ti sembra questa: una finestra
aperta o una ferita aperta?"

  

Non ci sono garanzie, naturalmente,
né soluzioni magiche. È un dannato mondo di Schrödinger.
"Se ci fosse la magia, a cosa ti servirebbe la fede?"

A cosa servirebbero, a tale proposito, l’azione, la lotta, l’amore o la
giustizia? Visto in tal senso, il presente è un bel mondo nuovo,
pieno sia di speranze che di assassini.

 

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MANIFESTO CYBORG – (abstract)


di Donna Haraway
tratto da Manifesto Cyborg
 
 Nell’immaginario occidentale, i mostri hanno sempre tracciato i confini della comunità. I centauri e le amazzoni dell’antica Grecia, immagini della disgregazione del matrimonio e della contaminazione del guerriero con l’animalità e la donna, hanno stabilito i limiti dell’accentrata polis del maschio umano greco. I gemelli indivisi e gli ermafroditi erano il confuso materiale umano della Francia agli albori della modernità, il cui discorso si fondava sulle categorie di naturale e soprannaturale, medico e legale, portento e malattia, che sono centrali nella definizione dell’identità moderna. Le scienze evoluzioniste e comportamentiste di scimmie e scimpanzé hanno disegnato i confini multipli delle identità industriali del tardo Ventesimo secolo. I mostri cyborg della fantascienza femminista delineano possibilità e confini politici piuttosto diversi da quelli proposti dalla finzione terrena dell’Uomo e della Donna.

                           


Molto consegue dal riuscire a pensare le immagini dei cyborg come altri dai nostri nemici. I nostri corpi, noi stessi: i corpi sono mappe del potere e dell’identità. I cyborg non fanno eccezione; un corpo cyborg non è innocente, non è nato in un giardino, non cerca un’identità unitaria e quindi non genera antagonistici dualismi senza fine (o fino alla fine del mondo). Il cyborg presume l’ironia; uno ètroppo poco, e due è solo una possibilità. L’intenso piacere della tecnica, la tecnica delle macchine, non è più un peccato, ma un aspetto dello stare nel corpo. La macchina non è un quid da animare, adorare e dominare; la macchina siamo noi, i nostri processi, un aspetto della nostra incarnazione. Noi possiamo essere i responsabili delle macchine, loro non ci dominano né ci minacciano; noi siamo i responsabili dei confini, noi siamo loro. Fino a ora (sembra un secolo) avere un corpo femminile sembrava scontato, organico, necessario, e consisteva nella capacità di fare da madre e nelle sue estensioni metaforiche. Solo stando fuori posto abbiamo potuto godere dell’intenso piacere delle macchine e quindi appropriarcene, col pretesto che in fondo si trattava di un’attività organica. Il mito dei cyborg considera più seriamente l’aspetto parziale, a volte fluido, del sesso e dell’abitare sessualmente il corpo. Il genere in fondo potrebbe non essere l’identità globale, pur avendo un respiro e una profondità radicati nella storia.
La complessa questione ideologica di cosa conti come attività quotidiana, come esperienza, può essere esplorata sfruttando l’immagine dei cyborg. Le femministe hanno sostenuto di recente che le donne sono dedite alla quotidianità, che le donne in certo qual modo provvedono alla vita quotidiana più degli uomini, e che quindi occupano, potenzialmente, una posizione epistemologica privilegiata. Questa è in parte un’affermazione innegabile, che rende visibile la svalutata attività femminile e la colloca alla base della vita. La base della vita? Ma allora, tutta l’ignoranza delle donne, le esclusioni e le carenze di abilità e conoscenza? Che dire dell’accesso maschile alla competenza quotidiana, al saper costruire, smontare, giocare con le cose? Che dire delle altre assunzioni di corpo? Il genere cyborg è una possibilità locale che si prende una vendetta globale. La razza, il genere, e il capitale richiedono una teoria cyborg di parti e di interi. Nei cyborg non c’è la pulsione a produrre una teoria totale, ma c’è un’intima esperienza dei confini, della loro costruzione e decostruzione. C’è un sistema di miti in attesa didiventare un linguaggio politico su cui basare un modo di guardare la scienza ela tecnologia e di sfidare l’informatica del dominio per un’azione potente.
Un’ultima immagine. Gli organismi e la politica organismica, olistica,dipendono dalle metafore di rinascita e invariabilmente attingono alle risorse del sesso riproduttivo. Vorrei suggerire che i cyborg hanno più a che fare con la rigenerazione e guardano con sospetto alla matrice riproduttiva e alla nascita in genere. Per le salamandre, dopo una ferita, come per esempio la mutilazione di un arto, c’è una rigenerazione che comporta la ricrescita di una struttura e il recupero di una funzione, con la possibilità costante di una gemellazione o di altre strane produzioni topografiche al posto della mutilazione. L’arto ricresciuto può essere mostruoso, doppio, potente. Siamo stati tutti feriti, in profondità. Abbiamo bisogno di rigenerazione, non di rinascita, e le possibilità della nostra ricostituzione includono il sogno utopico della speranza in un mondo mostruoso senza il genere.
Le immagini possono aiutarci a esprimere due tesi cruciali a questo saggio: primo, la produzione di teorie universali e totalizzanti è un grave errore che esclude gran parte della realtà, e questo forse sempre, ma certamente ora; in secondo luogo, assumersi la responsabilità delle relazioni sociali della scienza e della tecnologia significa rifiutare una metafisica antiscientifica, una demonologia della tecnologia, e di conseguenza significa accettare il difficile compito di ricostruire i confini della vita quotidiana, in parziale connessione ad altri, in comunicazione con tutte le nostre parti. Il punto non è solo che la scienza e la tecnologia offrono all’umanità il mezzo di ottenere grandi soddisfazioni e sono matrici di complesse dominazioni. Le immagini cyborg possono indicarci una via di uscita dal labirinto di dualismi attraverso i quali abbiamo spiegato a noi stessi i nostri corpi e i nostri strumenti. Questo è il sogno non di unlinguaggio comune, ma di una potente eteroglossia infedele. È l’immaginazione di una femminista invasata che riesce a incutere paura nei circuiti dei supersalvatori della nuova destra. Significa costruire e distruggere allo stesso tempo macchine, identità, categorie, relazioni, storie spaziali.
Anche se entrambe sono intrecciate nella danza a spirale, preferisco essere cyborg che dea.
 
 
 

 
 
 

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LA MANIFESTAZIONE DEL 24 NOVEMBRE E’ ANTIFASCISTA E ANTIRAZZISTA !!!

  COMUNICATO SULLA MANIFESTAZIONE DEL 24 NOVEMBRE 2007 CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE
Aderire ad una manifestazione significa condividerne i contenuti, le pratiche, le finalità.
La manifestazione di sabato 24 novembre non è una manifestazione contro una “generica” violenza sulle donne, i cui autori si vogliono ancora non “nominare”. E’ una manifestazione contro la violenza “maschile” sulle donne. Continuare ad indicare il “sesso” delle “vittime” e non anche quello degli autori della violenza, cioè “gli uomini”, significa perpetuare una logica di disconoscimento e di rimozione della realtà.
La violenza maschile contro le donne è una realtà drammatica e, purtroppo, è presente, non nelle “pieghe piùnascoste della nostra società”, bensì in quelle più visibili: la famiglia. Più del 68% della violenza maschile sulle donne avviene tra le mura domestiche e gli autori sono i loro mariti, conviventi, ex partner, padri, fratelli, comunque uomini conosciuti! Nel 94% dei casi non è denunciata.
Per questi motivi, rifiutiamo l’adesione alla manifestazione del 24 novembre e la strumentalizzazione di questa giornata da parte dell’UGL e degli altri soggetti politici  che hanno aderito al Family Day, che disconoscono l’autodeterminazione delle donne e sostengono le politiche razziste, familiste e ostili al riconoscimento dei diritti e della libertà di lesbiche, gay e trans  della destra reazionaria, rilanciate in grande stile anche da un governo che si definisce di sinistra.
Queste politiche rappresentano la cancellazione della libertà femminile, unico possibile fondamento dell’eliminazione definitiva di ogni forma di violenza contro le donne. Ribadiamo qui e ora la nostra incompatibilità con chiunque porti avanti scelte e pratiche politiche opposte ai nostri percorsi e all’affermazione dell’autodeterminazione e della libertà delle donne in ogni ambito.
Nel riaffermare l’autonomia politica e la forza delle pratiche politiche delle donne, sosteniamo con forza e determinazione, il nostro essere antifasciste, antirazziste e antisessiste, nei contenuti e nella lotta.

I collettivi della rete Controviolenzadonee: A/matrix, Assemblea femminista via dei volsci 22, Centro Donna L.i.s.a., Feramenta, Infinite voglie, La mela di Eva, Luna e le Altre, Martedì autogestito da femministe e lesbiche, Ribellule

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feramenTEST

test salute

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Dietro ogni donna c’รจ una storia di violenza

 

SCARICA LA TUA STORIA!.. E PORTALA CON TE

IL 24 NOVEMBRE _ORE_14_

PIAZZA DELLA REPUBBLICA_ROMA 

 

 

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